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Una bella notizia è che è arrivata a Genova la Banca Etica: se molti risparmiatori andassero lì o se anche le banche normali permettessero di indirizzare i propri risparmi ad esempio escludendo investimenti in campo bellico, forse qualcosa comincerebbe a cambiare...
E comunque tutto migliorerà il giorno che non servirà più il petrolio. Vi ricordate le guerre tra Francia e Germania per il controllo del carbone della Ruhr? Oggi del carbone non gliene frega più a nessuno... e sono in pace! Sarà una coincidenza...
Vi propongo un fatto su cui riflettere.
L'Italia ha votato con un referendum il NO al nucleare.
Le 4 (o 5?) centrali nucleari già costruite sul suolo italiano sono state fermate, o meglio, sono attive (perché non si possono spegnere) ma non producono energia (solo costi!)
L'Italia va per il 70% a petrolio.
Peccato che non producendo abbastanza energia, compriamo energia dalla vicina Francia (pagandola uno sproposito!).
Che produce energia... col nucleare!
Tra l'altro ci sono centrali anche in Costa Azzurra, quindi come se fossero in casa nostra!
Siamo tanto furbi?
Vabbé, se volete saperne di più sull'energia chiedete e vi sarà dato!
ciao! |
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miro 308 posts
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Non so se potremo fare qualcosa per questa guerra, ma quanto serve preoccuparsene solo ora che sta incombendo?
Oggi pensavo a quanto sarebbe importante diffondere veramente un cultura della pace.
E poi ho ripensato anche ad un'idea che ho letto un po' di tempo fa: quanto cambierebbe in meglio il nostro mondo se dirottassimo basta un terzo delle spese belliche verso azioni umanitarie? E se fosse metà? E se fosse tutto? |
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Cri 71 posts
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48 ore (scarse) e ci siamo.
Non so voi ma ho una terribile sensazione impotenza. |
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Cri 71 posts
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Come alcuni di voi sanno ma ai più non interessa, questo inverno sono stato per la prima volta negli States e ho potuto vedere con i miei occhi tante cose che avevo visto già mille volte per televisione.
E in Irlanda ho conosciuto anche molti americani, ho avuto una bella discussione con un ragazzo di New York e mi sono fatto alcune idee. Ve le riassumo:
1) gli americani non sono Bush.
2) gli americani che sono d'accordo con la guerra non hanno paura di Saddam: temono invece che il giorno che Saddam cadrà, il paese andrà nel casino e le armi chimiche ecc. (che Saddam ha, su questo non ci piove) andrebbero facilmente a finire ai veri terroristi, che le useranno... per divertirsi!
A questo prima non ci avevo pensato, in effetti neanche gli statunitensi si aspettano che sia Saddam a tirargli le bombe addosso. La loro è una paura più comprensibile!
3) gli americani (purtroppo) non hanno mai subito i bombardamenti della guerra vera e non si rendono conto di cosa significano per la popolazione civile, come invece sanno bene i nostri nonni...
4) i media statunitensi non parlano di quello che succede in Europa e parlano della guerra molto meno che da noi.
5) Bush jr è un grande ignorante ed è molto pericoloso.
- vedi a proposito il sito www.bushgrammar.com
Questo forse può aiutare a capire come mai questi USA sono così presi per sta guerra.
Ciononostante questa guerra non ha ragion d'essere.
Tra i mille motivi uno: è una guerra preventiva, che vuol dire che se hai un coltello io ti bombardo perché potresti farmi del male, così ti prevengo io! hahaha!
Così domani tutti avranno un precedente che giustificheà qualsiasi guerra... Chi non ha un coltello in casa?
Soluzioni alternative? Beh, invece di bombardare, fate fuori Saddam e salvate la popolazione. Perché radere al suolo un intero Paese?
Per dare voce ai motivi per cui gli USA possono stare sulle balle mi rifaccio invece a questo intelligente articolo apparso su Il Secolo XIX e con questo vi saluto!
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miro 308 posts
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Conosco poco della cultura statunitense. Quello che spesso appare dai film è che tutto sembra descrivibile in termini di buono e cattivo. Il buono vince e il cattivo perde. Una visione dove mancano, troppo spesso, le sfumature di cui è fatta la realtà.
Basta vedere un film europeo e subito emergono sfumature, dubbi, tormenti…
A volte troviamo più rilassante un film nordamericano perché è riposante non avere dubbi.
Ma pare proprio che la realtà non sia tutto bianco o tutto nero.
Così non mi sento di sposare la tesi che gli statunitensi siano i cattivi, perché vogliono fare la guerra solo per i loro interessi.
Ma neppure che siano i buoni e che vogliano donare i loro mezzi militari per rendere migliore il mondo.
So che non interessano le mie opinioni, ma non voglio mettermi nel gregge di chi è anti – USA per principio e neppure in quello di chi è acriticamente pro – USA. Passo questa e mail perché credo che sia reale e preoccupante, anche se non credo che esaurisca l’argomento sulle motivazioni statunitensi per la guerra contro l’Iraq.
Aggiungo alcuni stralci di un articolo che era su l’Espresso. Mi pare molto interessante (e preoccupante)
Da: Una bomba elettorale, di Enrico Pedemonte (da New York)
L’Espresso n°7 del 13 febbraio 2003, pagg. 40-43
Sottotitolo: Una guerra lampo come una marcia trionfale. Una vittoria politica e di immagine. Così Bush vuole garantirsi la rielezione nel 2004
… Nel suo più recente intervento pubblico Karl Rove, lo stratega elettorale del Presidente […] ha detto esplicitamente che “nel 2004 le elezioni saranno sul filo del rasoio, come nel 2000”. […]
Ma il punto delicato rimane l’Iraq. E su questo fronte le cose per il presidente, a prima vista, vanno male: solo il 30 per cento degli americani, secondo l’ultimo sondaggio della CNN, si dichiara favorevole ad un attacco a Saddam senza il consenso dell’ONU […] Ma al suo stratega Rove questa constatazione appare grossolana. Negli Stati Uniti non è la maggioranza dei cittadini che elegge il presidente, bensì la maggioranza degli elettori reali, che sono meno della metà degli aventi diritto, perché a votare va poca gente. Quindi il problema di Rove è dedicarsi ad una piccolissima fetta dell’opinione pubblica, quella dei votanti incerti: basta convincere un piccolissimo numero di democratici a votare repubblicano e la partita è vinta. […]
Secondo [alcuni analisti] Rove è convinto che ci sono tre Stati chiave per conquistare la Casa Bianca nel 2004: la Florida, la California e New York. Sono tre Stati che potrebbero essere conquistati con l’appoggio e i finanziamenti della potente comunità ebraica. L’eliminazione di Saddam e la destabilizzazione del mondo arabo, due risultati oggi assai graditi ad Israele, potrebbero spostare voti in questa direzione. È la scommessa di Rove. […]
… circolano molte indiscrezioni su di un preciso accordo tra Bush e Sharon […] D’altra parte, l’ipotesi di un accordo tra Bush e Sharon non potrebbe giustificare,da sola, la decisione di attaccare l’Iraq.
L’articolo è ancora lungo; provo a sintetizzare: il giornalista sostiene che gli analisti del governo americano hanno fornito la previsione di una “guerra lampo”, con pochissime perdite americane. Questo sarebbe un altro forte sostegno elettorale per Bush.
L’articolista sostiene che in Europa si percepirebbero i rischi della “operazione Iraq”, invece nelle fila dello staff elettorale di Bush, se ne percepirebbero piuttosto i vantaggi.
Sulla posizione “contraria” degli Europei (in particolare la Francia) e della Russia riporto la conclusione dell’articolo:
Il petrolio ammorbidisce molte posizioni di principio. E Bush, per essere rieletto, ha bisogno di non avere grane con l’Europa.
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roby 22 posts
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Vorrei ricordare a tutti un articolo preso a caso dalla nostra Costituzione Italiana:
11. L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. |
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miro 308 posts
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Ok, comincio io.
Qualcuno (io sì...) raccoglierà la proposta di digiunare per protesta il 5 marzo? |
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Cri 71 posts
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